Descrizione
La Chiesa Madre è un’architettura molto semplice, costruita in pietra, malta, cocci di cotto, con il tetto a capanna. Il corpo della chiesa molto probabilmente è più antico del campanile che porta inciso e in rilievo su un angolo la data di costruzione 1559.
Dalla planimetria, dalla struttura muraria e dai materiali usati, si possono però individuare diversi interventi costruttivi. Infatti la parte che contiene l’altare e il coro, costruita ortogonalmente, contrasta con tutta la navata centrale che vi si impianta obliquamente. Questo fa supporre che la chiesa sia stata adattata, nel tempo, alle case che sorgevano attorno ad essa; si nota infatti, sulla parte anteriore del campanile un segno obliquo, come di una falda di casa. L’attuale parte occupata dalla canonica e dall’ oratorio è stata edificata in periodo relativamente recente e così anche la scala esterna destra, realizzata nel 1950. La facciata si presenta asimmetrica con un solo saliente a sinistra mentre il lato destro è occupato dal tozzo campanile di gusto quattrocentesco, recentemente restaurato, con finestra incorniciata da pietra serena ed una cuspide esagonale. È animata e impreziosita da un portale con finestra sovrastante in pietra marmorea, realizzato probabilmente nel XVIII secolo. All’interno la chiesa è a pianta latina, divisa in tre navate da pilastri terminanti in archi a tutto sesto che lasciano ammirare gli altri corrispondenti.
Alcune opere presenti in questa chiesa sono di grande interesse storico e culturale, tra questi il coro. Sulla parte superiore del quarto scanno, a destra è riportata la data di esecuzione 1654. Sul primo scanno di destra, in basso, vi e incisa l’iscrizione: “Mag. Cristoforo Vanaria Nobilis et xemplas urbis messane civis me fecit”, (fatto dal maestro Cristoforo Vanaria cittadino della nobile ed esemplare città di Messina). Il coro occupa la parte absidale della Chiesa abbracciando l’altare con un unica reoria di ventuno stalli ed è stato realizzato in legno di noce intagliato, tranne il riquadro della spalliera, decorato riccamente da piccoli festoni, riccioli, foglie accanate, rosette e testine che chiudono i vari braccioli. Il motivo ricorrente negli scanni è una voluta con ricciolo ripetuto con diverse dimensioni. L’interpretazione delle decorazioni e la struttura generali dell’opera ci riporta ai cori siciliani del XVI e del XVII secolo, di gusto napoletano. L’abbondanza e la ricchezza dei motivi ornamentali, l’intaglio profondo che rende le varie parti aggettanti e plastiche come una scultura, sono tipiche del gusto siciliano messo in risalto nel “nostro” barocco dal Maestro Vanaria (Messinese), potendogli così attribuire un personale e originale linguaggio espressivo. L’altra opera di un certo interesse è la Cantoria, datata 1631, realizzata in legno stuccato, dipinto e con dorature, riportante nel parapetto motivi simbolici religiosi alternati a figure di Santi ed altre allegoriche che personificano il bene ed il male.
Troviamo, inoltre, due opere di grande importanza attribuibili alla scultura lignea di Giovani Francesco Pintorno , o quantomeno alla sua diretta attenzione. La prima è la statua del SS. Crocifisso (un Gesù in croce a tuttotondo, a grandezza naturale, e documenta un genere di intaglio, tutto siciliano, usato nella religiosità dei conventi Francescani) e la seconda è una scultura di un busto rappresentante l’Ecce Homo (conservato in una teca di legno di acero con intarsi di gusto orientale).
Interessanti anche le statue di Maria Ausiliatrice (Secolo XVI, attribuita alla scuola del Gagini) e di San Michele Arcangelo (Secolo XVII). Per concludere bisogna citare la presenza di tre stupende tele del tardo 700 dipinte ad olio.